Forse non tutti sanno che, tra le innumerevoli cose che Leonardo Da
Vinci indagò durante la sua straordinaria esistenza, ci sono anche le piante.
Proprio per fare luce su questo ambito poco conosciuto del genio fiorentino,
nell’anno delle celebrazioni leonardiane, è stata di recente inaugurata a
Firenze la mostra “La Botanica di
Leonardo”, dedicata ai suoi studi ed intuizioni sulle forme e sulle
strutture del mondo vegetale. Un viaggio tra fogli originali, elementi naturali
e installazioni interattive che diventa occasione di riflessione
sull’evoluzione scientifica e sulla sostenibilità ambientale.
La mostra, allestita
all’interno dei suggestivi spazi del Complesso monumentale di Santa Maria
Novella, nel Dormitorio e nel Chiostro Grande, approfondisce il pensiero
scientifico “universale” di Leonardo, così ricco di implicazioni per noi
contemporanei costretti a ripensare in profondità il rapporto fra uomo e
natura.
In esposizione tavole
originali, installazioni interattive e piante reali, che creano un
appassionante percorso attraverso le intuizioni e le innovazioni di un pensiero
“sistemico”, capace di combinare arte e scienza, e di guardare alla vita e alla
natura (uomo incluso) come un’entità unica in cui tutto è connesso e tutto è in
movimento.
La mostra illustra e
approfondisce le scoperte botaniche di Leonardo spesso sconosciute (alzi la
mano chi sa che fu lui a capire il nesso fra cerchi nel tronco ed età
dell’albero?) e conduce attraverso la straordinaria sequenza dei suoi disegni
di dettagli, foglie, piante.
L’allestimento della mostra si apre nel maestoso Chiostro grande con i cinque monumentali poliedri regolari, disegnati da Leonardo per compendio al “De Divina Proportione” di Luca Pacioli, simboli non solo di armonia e di perfezione formale ma anche della complessità e del mistero del mondo. A questi si accompagna una sfilata di piante vere selezionate fra quelle disegnate o citate da Leonardo nei suoi scritti.
La mostra, all’interno, prosegue con un’immersione dal sapore magico tra alberi, foglie e intrecci che evocano un gioco fra reale e virtuale. Ecco che gli studi sulla dendrocronologia diventano l’occasione per vivere, seguendo gli anelli degli alberi, la storia dell’umanità e i suoi grandi eventi; quelli sul fototropismo o sul geotropismo offrono la sorprendente opportunità live di cogliere come la natura si adatti e si relazioni all’ambiente; le regole della fillotassi e la teoria della costanza dei flussi all’interno di un albero (chiamata non a caso il “principio di Leonardo”) si trasformano in installazioni dinamiche che consentono, più di molte parole, di capirne i parametri.
L’esplorazione nel mondo botanico leonardiano prosegue: i
meravigliosi dettagli botanici inclusi nei suoi celebri dipinti - tanto
realistici da potere essere definiti “ritratti di piante” – vengono
offerti allo sguardo del pubblico per innescare anche un percorso a ritroso
sull’origine dei pigmenti vegetali utilizzati.
I curatori della
mostra sono Stefano Mancuso,
una tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia
vegetale; Fritjof Capra,
fisico e teorico dei sistemi e studioso di Leonardo da Vinci; e Valentino Mercati, fondatore e
presidente di Aboca.
La mostra, che resterà aperta fino al 15 dicembre 2019, offre anche altri modi per conoscere Leonardo, come le Passeggiate Botaniche Leonardiane, in giro per Firenze con i botanici Aboca alla ricerca delle piante di “Leonardo” che vivono e resistono oggi tra cemento e asfalto, oltre a laboratori didattici per far scoprire ai bambini la sua anima di grande sperimentatore.La Botanica di Leonardo diventa così un punto di osservazione privilegiato per aprirsi ad un discorso contemporaneo sull’evoluzione scientifica e la sostenibilità ecologica.
Tutte le informazioni
su www.labotanicadileonardo.it.