La città di
Prato ri-naturalizzerà alcuni quartieri in modo sostenibile e socialmente
inclusivo attraverso lo sviluppo di giungle urbane. Aree della città toscana ad
alta densità abitativa ed edilizia saranno quindi riprogettate in chiave green,
sfruttando la capacità naturale delle piante di abbattere la presenza di
sostanze inquinanti, di ripristinare il suolo e lo spazio alla fruizione della
comunità, e di trasformare le aree marginali in veri e propri hub verdi.
"Urban
Jungle", così si chiama il progetto, sarà co-progettato con l'aiuto
dei cittadini, attraverso una pianificazione urbana condivisa e facilitata
dall'uso di piattaforme digitali, che aprirà la gestione alla comunità.
Il progetto è
co-finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) attraverso il
programma Urban Innovative Actions (del cui bando 2019 è risultato vincitore) con
un contributo finanziario pari a quasi 4 milioni di euro. Urban Jungles è il
risultato della collaborazione tra realtà impegnate nella ricerca sulle piante,
nella progettazione, nella pianificazione urbanistica e nella comunicazione e
coordinato dal Comune di Prato. Il progetto generale porta
la firma prestigiosa dello Studio
di architettura di Stefano Boeri e, tra i principali partner, figura anche Pnat (Project Nature),
spin off dell’Università di Firenze che può contare sugli esperimenti
realizzati in uno dei centri di ricerca sulle piante più importanti al mondo,
il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV), diretto
dall’autorevole scienziato Stefano Mancuso, che è anche co-fondatore di Pnat.
La
rigenerazione con aree verdi riguarderà elementi architettonici urbani che
appartengono alla memoria collettiva e all'identità della città, ad esempio
vecchi capannoni industriali, dintorni di case sociali, edifici storici, ecc...
Tre in
particolare le aree pilota interessate. La prima è l'edificio ESTRA e i suoi
dintorni, situati in una complessa area urbana che si affaccia sulla più trafficata
via pubblica della città, con il passaggio giornaliero di 50.000 veicoli. Le
seconda area si trova in una zona ad alta densità di popolazione caratterizzata
dalla presenza di alloggi sociali e, talvolta, di situazioni di marginalità
sociale. In particolare, la sperimentazione riguarderà un edificio molto
complesso costituito da 152 appartamenti abitati da circa 500 persone. La terza
area sarà nel Macrolotto 0, storico quartiere della città caratterizzato da
spazi sottoutilizzati, nei dintorni del Macrolotto Creative District. Lì è
stato individuato un edificio che sarà destinato al nuovo mercato metropolitano
della città.
Prato vanta
già oltre 29.000 alberi di proprietà pubblica che migliorano i viali, le strade
e i parchi della città. Il progetto intende portare benefici ambientali,
ecologici, economici e sociali, migliorare la salute, la qualità di vita, il
benessere e la sicurezza dei cittadini, in particolare tra le classi sociali
meno privilegiate.
La soluzione
proposta integra innovazioni radicali che non sono mai state utilizzate o
testate prima a livello di città. La principale innovazione sta infatti nel
concetto di Urban Jungle, che va oltre il tradizionale concetto di forestazione
urbana. La vegetazione può infatti colonizzare gli obiettivi "posizionando"
il verde sul maggior numero possibile di superfici /spazi, il più vicino
possibile al luogo in cui vengono rilevate le criticità (ad esempio isola di
calore, inquinamento o necessità di creare spazi socialmente utili e
utilizzabili).